L’uso dei social : ecco cosa ci hanno raccontato i ragazzi
Gli studenti si sono dimostrati attenti alle problematiche digitali sollevate dalla formazione, partecipi rispetto alle riflessioni condivise e ben predisposti al racconto delle esperienze personali. Si denota una proporzione inversa tra la conoscenza dei social media e la frequenza di utilizzo da un lato e il rispetto delle regole di accesso e la percezione del pericolo dall’altro. La maggior parte dei minori ha dichiarato di avere account Whatsapp e TikTok, avendo indicato un’età superiore di quella reale al momento dell’iscrizione; altresì, di utilizzare game app per maggiorenni, noncuranti delle classificazioni PEGI. Altro elemento allarmante è costituito dalla quantità di tempo impiegato online, che ha svelato uno scenario di uso-abuso, sicuramente in parte generato dalle restrizioni imposte dalla pandemia.
In questo scenario, la comprensione e la conseguente interiorizzazione delle regole si è configurata come primo obiettivo formativo: le norme generate dalla Legge 71/2017 e dal GDPR 2016 sono state proposte come un’opportunità di valorizzare la vita inevitabilmente digitale di bambini e ragazzi, e non come un canale per stigmatizzare i social media. Il clima di fiducia instaurato tra i minori e gli operatori della Fondazione ha agevolato la creazione di un sistema comune di valutazione dei fenomeni di violenza e degli strumenti di prevenzione e tutela, rafforzando la consapevolezza che l’agire responsabile di ciascuno nel gruppo possa influire positivamente nella Rete.
Altra nota interessante consiste nella verifica della conoscenza dell’emergenza del sexting/sexsharing, i cui rischi sono risultati ben presenti ai preadolescenti, ma il cui fenomeno è vissuto per lo più come esperienza distante, indice di un trattamento attento rispetto alla propria intimità da parte dei ragazzi coinvolti dai percorsi.