Un sondaggio, a volte, vale più di molta teoria
Il sondaggio condotto all’interno del progetto e destinato sia ai ragazzi che ai loro genitori, ha visto emergere dati sulle tendenze e sulle abitudini digitali dei preadolescenti su cui è bene porre attenzione. Ecco alcuni dei dati interessanti:
- il 50% dei minori intervistati possiede uno smartphone e il 60% dichiara di averlo ricevuto a 10-11 anni (il 17% già dagli 8 anni);
- il tempo medio di utilizzo dichiarato dai minori è di 2,5 ore al giorno (il 20% non è in grado di quantificare), laddove i genitori presumono la metà del tempo;
- i social network principalmente frequentati sono: YouTube (72%), seguito Tik Tok (46%) da e poi da Instagram (36%) e Snapchat (20%);
- Whatsapp è percepito come un social network, non come un’app di messaggistica, ed è il luogo nel quale i minori hanno denunciato maggiore possibilità di ricezione di contenuti violenti;
- minima è la percentuale, sia tra i minori sia tra i genitori, di quanti conoscano quale sia l’età minima richiesta per utilizzare i social media e Whatsapp;
- il 10% di minori ha dichiarato di aver fatto accesso a siti vietati ai minori;
- il 5% di minori ha dichiarato di aver ricevuto contenuti violenti o di essere stato vittima di cyberbullismo;
- oltre il 30% di minori ha vissuto stati di ansia, paura, isolamento, mancanza di sonno o desiderio di non tornare a scuola per accadimenti vissuti online;
- il 50% dei minori ha dichiarato che le principali paure in Rete sono: essere contattati da malintenzionati (adulti camuffati da coetanei) e ricevere richieste che li mettano a disagio (i genitori confermano all’80% questa percezione di pericolo);
- il 40% dei minori dichiara di temere di essere vittima di cyberbullismo; i genitori condividono le stesse paure per i figli;
- il 70% dei genitori ritiene che i social network non abbiano strumenti adeguati alla protezione dei ragazzi da contenuti violenti/inadeguati e solo il 50% degli adulti conosce e/o utilizza parental control;
- la metà dei genitori ritiene di avere un controllo inesistente o esigui sui luoghi online frequentati dai figli.