Proteggere i più esposti anche nella dimensione online è dovere di tutti
Nel corso della realizzazione del progetto si è avuta conferma che la fascia d’età a cavallo tra il ciclo primario e secondario di I grado sia la più sensibile alle esposizioni illecite e rischiose sul web; soprattutto sui social media, il cui accesso è per lo più consentito ai soggetti già 13enni e/o 14enni. Con i teenager appartenenti alle classi II e III del ciclo secondario, invece, la problematica percepita come più concreta, ovvero più temuta, benché lontana dalle proprie esperienze, risulta invece la diffusione di materiale personale e/o imbarazzante, che può sconfinare nei fenomeni incontrollati del sexting e sexsharing.
Ogni classe è stata protagonista di un percorso formato da 3 incontri, organizzati sulla base dello schema: attivazione – riflessione partecipata – conclusioni condivise.
Tra gli argomenti e i topic affrontati con le classi V del ciclo primario, particolarmente rilevanti la gestione delle emozioni dentro e fuori la rete, la consapevolezza del rispetto nelle relazioni anche tramite il digitale e l’uso del linguaggio quotidiano, sia di persona sia nei social.
Con i più grandi sono state sviluppate tematiche più inerenti il concetto di responsabilità. Fondamentale, infatti, essere coscienti di comportamenti abituali non sempre corretti o etici, anche analizzando aspetti giuridici (imputabilità, responsabilità dei genitori/tutori, ammonimento); attivare lo spirito critico rispetto ai modelli proposti dalla Rete (influencer, testimonial, challenge, …); capire l’importanza di tutelare la propria privacy e intimità; collaborare ad un dialogo con adulti di riferimento quando si è vittime o si assiste a episodi di cyberbullismo, contrastando l’omertà.