L’Europa fa sul serio e prepara la sua mossa a tenaglia per arginare l’escalation dei casi di violenza online che riguarda tutto il Vecchio continente.
Ad alzare la voce con i colossi del web è anzitutto la Gran Bretagna, che approva delle misure talmente significative da aprire scenari impensabili solo fino a qualche anno fa.
Ma cosa prevede questo impianto normativo?
- Stop ai contenuti illegali, sessisti e discriminatori. Con particolare attenzione all’istigazione al suicidio e con un grande denominatore comune: la tutela dei minori.
- Le aziende che governano i social media saranno legalmente obbligate a verificare che gli utenti abbiano un’età sufficiente, almeno 13 anni.
- I siti di natura pornografica dovranno limitare la propria utenza agli adulti, dai 18 anni in su.
Fino a qui nulla di nuovo: l’Italia prima, la Germania subito dopo, negli ultimi anni si sono spese per disciplinare un ambito, come quello digitale, in cui la libertà di espressione troppo spesso trascende in anarchia.
La novità non è tanto sul piano dei contenuti, bensì sulle condizioni dettate dal Regno Unito ai colossi del web, per la prima volta messi seriamente all’angolo.
A dare sostanza alla legge britannica sono le conseguenze, salatissime, per chi non rispetta queste direttive.
Sono previste multe che superano i 20 milioni di euro. Provvedimenti non una tantum, che possono addirittura spingersi fino al sequestro del 10% degli introiti commerciali.
La legislazione anglosassone butta la palla nel campo delle grandi piattaforme. Quali soluzioni tecniche saranno adottate per rispettare queste disposizioni? Il problema è tutto delle big tech: “Loro il problema, loro la soluzione”, sembra dire, tra le righe, il Governo di Sua Maestà.
Un approccio drastico, senza appello, che rappresenta un precedente assoluto a livello Europeo, dando slancio anche alla condanna alla pornografia minorile lanciata oltre Manica, con la costituzione della delegazione francese per i diritti dei bambini.
La Francia si appresta a discutere anche in Senato la proposta di legge per obbligare l’industria del porno online a certificare l’età dei propri utenti.
Allo studio l’adozione del meccanismo di doppia verifica, già introdotto con successo per modificare o recuperare la password delle mail o le credenziali di un account specifico.
Fatto sta che l’Eliseo non è disposto a lasciar correre davanti al largo consumo di materiale pornografico che interessa la fascia di età sotto i 14 anni.
Teenager, poco più che bambini, che sviluppano un approccio distopico e malsano alla sessualità. Un fenomeno che compromette la percezione dell’altro sesso, della propria intimità e di quella altrui.
Elemento fondamentale resta la prevenzione, da introdurre nelle scuole transalpine con sessioni continue di educazione sessuale e affettiva.
L’affettività e la (ri)scoperta delle proprie emozioni sono al centro del dibattito anche in Italia, a partire dalle linee guida comunicate recentemente dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Gli indirizzi non mancano, la volontà politica pure, ma restano da individuare risorse e strumenti realmente efficaci a beneficio degli studenti, dei docenti e delle famiglie.
Fondazione Carolina, in collaborazione con Pepita, ha costruito attorno al concetto di “affettività” un’offerta formativa a disposizione delle scuole di ogni ordine e grado, dall’infanzia alle superiori di secondo grado.
Una proposta capace di coinvolgere tutta la comunità educante, che aiuta le nuove generazioni a gestire i propri sentimenti e a riconoscersi in quelli degli altri. Empatia, rispetto e fiducia sono alla base di qualsiasi relazione, anche nel mondo digitale.
Scopri la proposta educativa
Dall’infanzia alle superiori, dal bullismo al cyberbullismo, dall’educazione all’affettività, alla sessualità…