“Cicatrici francesi”, un fenomeno circoscritto che conferma il vuoto emotivo della Generazione Z

17 Feb, 2023News

NOVITÀ

Senso di appartenenza, ribellione, o più semplicemente autolesionismo. L’ultima moda che imperversa sui social si chiama “Cicatrice francese” e, a dispetto del nome, non si tratta di nulla di raffinato. La challenge che in queste settimane sta spaventando genitori e docenti si distingue dal resto delle prove estreme che si trovano in Rete e che viaggiano sulle chat.

La nuova challenge della “cicatrice francese”

Si tratta di simulare gli effetti di una colluttazione tramite pressioni, sfregamenti e graffi sotto un occhio, nella parte più alta della guancia. Una volta che il volto si presenta con una striscia o comunque un segno rosso o violaceo ben distinguibile, i ragazzi e le ragazze che aderiscono a questa prova si sentono parte di un gruppo, forti di un’esperienza che li accomuna. Una sorta di protesta che li vede “lottatori inascoltati” in una società che non sentono propria e in un quotidiano che non li rappresenta. Motivazioni profonde che hanno spinto alcuni adolescenti a fare proseliti sui social e sulle piattaforme più diffuse tra i giovanissimi, invitandoli a partecipare a questa challenge per diffondere il messaggio della “cicatrice”. Da qui nasce la viralità di questa pratica, raccontata dai giornali e al centro di un recente appello della Polizia postale.

“Il rischio è che si possa replicare un vortice emulativo simile a quello che abbiamo dovuto gestire qualche anno fa durante il boom della blue whale

Ivano Zoppi, Segretario generale di Fondazione Carolina

cicatrice francese

Quella psicosi, sospinta dalla rilevanza mediatica, rappresenta un potente diversivo rispetto ad altri fenomeni che, negli anni a venire, avrebbero comportano dei rischi ancora più concreti per le nuove generazioni”, continua Ivano Zoppi. Parliamo delle challenge estreme, dall’auto soffocamento ai selfie estremi in cima ai palazzi o sul ciglio dei burroni. “Stiamo ricevendo molte domande da parte di genitori e docenti – commenta il referente di Fondazione Carolina – preoccupati dalle notizie che si rincorrono sugli organi d’informazione, ma al di là di qualche caso, comunque da non sottovalutare, il fenomeno è molto circoscritto”.

La cicatrice francese racconta una ricerca d’identità e di emozioni artificiali

La “cicatrice francese”, piuttosto, racconta una ricerca di identità e una volontà di autoaffermazione che i più giovani non riescono a declinare sul piano delle relazioni autentiche. L’ho visto sui social e l’ho fatto perché è figo e ci stava provarlo… Tanto mica moriamo, alla fine ognuno è libero di fare quello che vuole. “Questa è una delle testimonianze che abbiamo raccolte da ragazzi, poco più che 12enni, alla ricerca di emozioni artificiali e, pertanto, pronti ad emulare i comportamenti più disparati”, aggiunge Ivano Zoppi, auspicando un maggior senso di responsabilità da parte degli organi d’informazione. “In generale il mondo adulto fa i propri interessi, senza curarsi delle conseguenze che gravano sui minori, in balia di un deserto emotivo – conclude il Segretario generale di Fondazione Carolina – alimentato dalla nostra pigrizia e noncuranza. Andiamoli a prendere e accompagniamoli alla scoperta del mondo, online come offline, senza deleghe o scorciatoie”.

Da qui l’importanza di aggiornarsi rispetto ai nuovi pericoli online, soprattutto nell’ottica preventiva di saper intercettare per tempo i segnali del disagio.

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