Il Natale si arrende all’intelligenza artificiale
“A Natale siamo tutti più buoni”. Difficile trovare una frase più scontata. Eppure siamo davvero sicuri di poter interpretare i valori di queste festività?
La prova del nove del nostro livello di Natalità sono i nostri figli, quelli più piccoli, che vantano tutto il diritto di credere in Santa Claus. Anno dopo anno, il significato del Natale, dal punto di vista religioso, si è un po’ perso. Il valore sacro della “nascita” e della capacità di accogliere il bambino Gesù in mezzo a noi è sempre più schiacciato dalla natura commerciale, sempre più tecnologica, che pervade le ultime settimane dell’anno.
Il Natale per forza
A Natale si “deve” mangiare il Panettone (o il Pandoro), preparare l’Albero e scartare i regali che abbiamo tanto desiderato. Già, ma perché? A quanti dei nostri figli abbiamo spiegato il motivo, le radici, il senso di tutto questo?
Al massimo, se proprio vogliono, su google possono trovare tutto. Certo non si può pretendere che i genitori trovino il tempo di spiegare tutta la storia, tanto i bambini amano Babbo Natale, non c’è bisogno di presentazioni!
Altro che letterina, alla poesia della carta e penna i bambini preferiscono i messaggi vocali, rigorosamente inviati ai genitori perché possano intercedere con l’arzillo nonnino di rosso vestito. È il segno dei tempi, conseguenza naturale (o tecnologica) di una società proiettata nel mondo digitale.
Con questo spirito, certamente poco natalizio, la magia delle Feste sta diventando merce rara. Le tradizioni, con i loro riti e le loro cadenze, lasciano il posto all’algoritmo di un regalo consigliato da Amazon.
E se proprio i bambini chiedono di Babbo Natale, si può direttamente chiamare. Anzi, videochiamare!
La app per conoscere Babbo Natale
L’intelligenza artificiale, oggi, ci consente addirittura di videochiamare Babbo Natale! Basta scaricare una delle apposite App, impostare la propria lingua e magicamente i nostri figli potranno rivolgersi direttamente a lui, raccontando di essere stati bravi. Una trovata geniale, certamente curiosa, ma che rischia di aumentare, qualora se ne avvertisse il bisogno, l’esposizione dei nostri bimbi alla rete. Senza contare la condivisione di immagini e dati quando utilizziamo queste applicazioni..
Anche uno strumento apparentemente innocuo come questo, che semplicemente simula una chiacchierata con chi dispensa doni e gioia ai più piccoli, può dunque condizionare la salute digitale dei nostri figli.
Anzitutto per la difficoltà di gestire l’impatto emotivo di una relazione “reale” con un personaggio “ideale”.
In secondo luogo, ma ben più preoccupante, per i dati sensibili e le immagini dei bambini che esponiamo online.
Gli effetti dell’intelligenza artificiale
Quali sono gli effetti sui bambini di questa tecnologia smisurata?
Per rispondere davvero a questa domanda dobbiamo ritrovare la bambina o il bambino che siamo stati. Immaginiamoci a tre, cinque, sette anni di poter parlare con Babbo Natale. Lo stesso che cercavamo di incontrare ogni anno, durante la notte della Vigilia, prima di crollare inevitabilmente nel sonno. Lo stesso al quale lasciavamo latte e biscotti sul davanzale e che tanto s’interessava di come e quanto eravamo stati bravi durante l’anno che stava per chiudersi.
Cosa avrebbe comportato poter “parlare con lui”? Così facendo non stiamo negando ai nostri figli il diritto alla magia? La fantasia del mistero? Il web, come noto, abbatte le distanze, ma così rischia di appiattire tutto.
Il Natale passato
Videochiamare o meno il Polo Nord, resta una libera scelta, ma al di fuori delle strabilianti opportunità della Rete, quest’anno il regalo più bello potremmo concederlo a noi stessi, raccontando ai nostri figli quel “Natale passato” – analogico, forse un po’ boomer – che forse non tornerà più, ma che ai loro occhi apparirà più sorprendente di qualsiasi effetto speciale.