“Connessioni Delicate” è il primo progetto nazionale di salute digitale a tutela dei minori. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra le Associazioni italiane di pediatria, Fondazione Carolina e Meta. Il percorso, già dalla sua fase pilota, ha confermato la scarsa consapevolezza da parte delle famiglie sulle conseguenze di un uso improprio degli strumenti digitali per neonati, bambini e ragazzi fino a 15 anni. Un fenomeno riscontrato in più occasioni dall’azione educativa di Fondazione Carolina, in campo e nella Rete.
La tutela dei minori sul web è una questione di salute
È questo il principio alla base della prima indagine dei pediatri italiani sul rapporto con il digitale dei più giovani. La sicurezza dei minori online non è solo una questione tecnologica, ma interessa la salute delle nuove generazioni. “Il benessere psico-fisico dei bambini va tutelato online esattamente come avviene offline, già a partire dai primissimi anni di vita ed è compito dei genitori esserne consapevoli e responsabili con il supporto degli specialisti competenti, in questo caso i medici”, spiega Ivano Zoppi, Segretario generale di Fondazione Carolina.
Sotto la regia delle principali associazioni di categoria -SIP, ACP e FIMP- una prima rete di pediatri a livello nazionale ha coinvolto oltre 800 famiglie in un questionario anonimo sulle abitudini e i comportamenti nella vita online, allo scopo di stabilire il grado di consapevolezza sui rischi per neonati, bambini e adolescenti. I risultati attestano una crescente pervasività dello strumento tecnologico nella crescita delle nuove generazioni. Smartphone, tablet e assistenti vocali irrompono nella relazione genitori/figli a partire dai piccoli gesti quotidiani. Il 72 per cento delle famiglie rivela di utilizzare i device durante l’allattamento o i pasti dei propri figli, da 0 a 2 anni. Il 50 per cento dei genitori di bambini dai 3 ai 5 anni chatta, invia mail o fruisce di contenuti digitali mentre dà da mangiare. Il “virtuale” affianca le mamme e i papà anche nelle relazioni educative più intime. Dalla ninna nanna all’intrattenimento delle nuove generazioni, emerge un utilizzo crescente degli strumenti digitali.
Una famiglia su quattro, per i bambini da 0 a 2 anni, e una su cinque, dai 3 ai 5 anni, si affida all’intelligenza artificiale per fare addormentare i figli
Percentuali che crescono fino all’80 per cento per la lettura delle fiabe, delegata agli assistenti vocali o alle piattaforme streaming. Sfogliare un libro insieme o raccontare una storia va però al di là della semplice fruizione di un contenuto. La voce dei genitori, l’interazione fisica con i libri, trasmettono ai bambini sentimenti, informazioni e valori che non possono essere replicati dalla tecnologia. Una mancanza in termini di relazioni, emotive ed educative, che può condizionare il percorso di crescita. Sono le stesse famiglie a richiedere a gran voce un maggiore supporto nella gestione del rapporto figli/digitale. Nello specifico, i servizi e piattaforme dovrebbero rappresentare un supporto, non un succedaneo alla genitorialità. Un corto circuito che, nel tempo, ha prodotto confusione e smarrimento, a partire dai genitori più giovani, talmente abituati alle nuove tecnologie da non accorgersi di utilizzarle, anche laddove non risultino necessarie. Tra i risultati del sondaggio, infatti, emerge con forza la scarsa percezione delle famiglie sugli effetti dell’abuso tecnologico. Dalla dipendenza da internet, ignorata mediamente dal 50 per cento dei genitori, ai principali pericoli in Rete, come sexting e grooming, disconosciuti da buona parte delle risposte pervenute.
Qual è l’età sotto la quale è sconsigliato l’uso dei device? Per quante ore possiamo esporre bambini e ragazzi davanti agli schermi? Quanto si conosce e si applica la classificazione dei videogame per fascia di età (PEGI)? Una buona metà delle famiglie non sa come rispondere, senza considerare l’effettiva preparazione di coloro che si dichiarano informati.
La progressiva assenza di controllo sulla qualità dell’esperienza online di bambini e ragazzi ha confermato ai pediatri la necessità di elaborare un primo “Bilancio sulla salute digitale”. Un documento prezioso, non solo per fotografare il rapporto tra minori-famiglie-online, ma anche nell’ottica della definizione di un Piano Nazionale da avviare nel corso del 2023, a partire dalla formazione continua e capillare dei pediatri.