L’importanza dell’interazione con i ragazzi e il patto educativo
Gli interventi in aula sono stati condotti in compresenza dei docenti di classe e guidati da educatori e psicologi; la progettazione e lo sviluppo dei contenuti hanno coinvolto anche un pedagogista, un legale ed un comunicatore, ciascuno per la rispettiva competenza. Gli incontri realizzati si fondano sui principi della formazione attiva: non lezioni “ex cathedra”, ma attività ingaggianti che permettessero ai beneficiari di sperimentare i contenuti in prima persona, come prosumer, ovvero rendendo i “nativi digitali” non solo consumer dei contenuti educativi, ma anche producer di messaggi e azioni di sensibilizzazione, sulla scia degli slogan proposti (#adessoparloio, su internet è per sempre, perso in un click, le parole possono far male, se condividi non è più tuo,…). Altresì, il lavoro svolto sugli adulti, ovvero la formazione rivolta a genitori e familiari e a docenti e personale scolastico, ha tracciato il medesimo percorso tematico, insistendo sugli strumenti di prevenzione, di riconoscimento dei segnali di disagio, di tutela e di intervento. Condivisione di vissuti, simulazioni situazionali, esercizi di gestione delle “emergenze tipo” hanno accompagnato l’interazione con le “agenzie educative”, unitamente alle nozioni in merito all’imputabilità, alle responsabilità in educando e in vigilando, alla ricognizione dei canali di difesa e delle strategie di attivazione e responsabilizzazione dei gruppi. L’azione condotta sulle figure familiari e scolastiche ha solcato la strada del rafforzamento del patto educativo.